Ormai ci siamo abituati alle “super-shoes,” ovvero quelle scarpe da running che incorporano una piastra nell’intersuola per dare più spinta e propulsione in avanti.
La Nike è stata la prima ad utilizzarle. E quella che all’inizio sembrava una follia, è diventata una delle tecnologie più apprezzate dagli atleti d’élite.
Ormai queste scarpe sono quasi irrinunciabii per chi è al top nel settore. Cos’hanno di così vantaggioso rispetto ad una classica scarpa da running?
Non fanno miracoli. L’allenamento giusto, la genetica, l’alimentazione corretta… sono ancora punti imprescindibili per raggiungere risultati elevati.
Però riescono a farti andare un po’ più veloce. Parliamo di secondi in meno, a volte minuti, il che può sembrare davvero poco, ma ad alti livelli anche pochi attimi possono fare la differenza.

Ricordiamo, ad esempio, come il record mondiale di 2h01’09” sulla maratona sia stato conquistato da Eliud Kipchoge proprio grazie alle Nike Air Zoom Alphafly NEXT% provviste di piastra.
Negli ultimi anni ne abbiamo viste di vario tipo. Ormai sono tanti i brand che hanno uno o più modelli in casa. Saucony aveva già scarpe con questa tecnologia, ma ora con le Endorphin Elite sembra voler puntare ancora più in alto.
Le ho testate per qualche giorno, e queste sono le mie impressioni.
Saucony Endorphin Elite – UOMO
Saucony Endorphin Elite – DONNA
Caratteristiche tecniche
- Marchio: Saucony
- Modello: Endorphin Elite
- Tipologia: plated-shoe, massimalista (super-ammortizzata)
- Peso: 204gr
- Drop: 8 mm
- Famiglia: Endorphin

Caratteristiche generali
Esaminiamo la scarpa, come sempre, andando a vedere le sue parti principali nel dettaglio.
Suola
Quando i vari brand cercano di ridurre il peso di una scarpa, diminuiscono la quantità di materiale. Questo può essere fatto su tutte le parti, inclusa la suola, che qui è infatti ridotta all’osso.
La parti gommate, ovvero quelle che offrono più attrito e spinta sul terreno, sono due: la più grande è sull’avampiede, e l’altra ricopre un pezzetto di tallone sulla parte esterna.
Temevo non avessero abbastanza grip, ma mi son dovuto ricredere.
Non ho avvertito problemi particolari, ma c’è da dire che le ho provate solo sull’asciutto (poca pioggia in queste settimane…).
Altra considerazione importante: meno gomma sotto la scarpa può significare meno durata. Infatti, le parti che rimangono esposte (cioè la schiuma dell’intersuola) sono di solito più fragili delle parti in gomma.
Però non è detto che questo crei problemi importanti. Sarà da vedere col tempo.
In generale, come dicevo, mi sembra una buona suola. E mi verrebbe da aggungere… ci mancherebbe anche!

Intersuola
Quello che salta subito all’occhio delle Saucony Endorphin Elite è la sua forma: tacco e punta sono molto ben smussati, per dare ulteriore effetto di spinta in avanti. Questa particolare geometria viene definita da Saucony “Speedroll” e ormai è accentuata in moltissime scarpe.
Hoka chiama “rocker” questa particolare geometria, ma il concetto è molto simile. Serve a facilitare la rullata.
Nelle Elite è esagerata e si sente subito. Crea anche un effetto strano per chi non è abituato alle scarpe di questo tipo. Bisogna prenderci un po’ la mano… o il piede! (Sì, è sempre la solita battuta, perdonatemi…).
L’intersuola è poi letteralmente “bucata”: nel solco sotto la scarpa si può vedere la piastra. Non si tratta solo di estetica, ma anche al solito problema di ridurre peso.
Montano una nuova schiuma, che a detta di Saucony dona un’enorme spinta.
Devo dire che la sensazione di essere un po’ spinti c’è. Ma è il risultato della combinazione di schiuma, piastra, e geometria di cui parlavo prima.
Ma, e qui c’è un grande ma… per apprezzarla è necessario correre veloci. Nei miei test l’ho provata a 4’/km e 4’30”/km per alcuni tratti, e devo dire che a quel ritmo è dove l’ho sentita meglio.
Ecco perché questa non è di certo una scarpa per tutti. É per chi va veloce già di suo, e ha bisogno di un modello per le competizioni o per allenamenti di velocità.
Sicuramente non per ritmi più lenti di 5’/km.

C’è poi lo stacco da terra.
40mm di altezza al tallone sono tanti, ma anche a questo ci stiamo abituando. Quasi tutte le scarpe di questo tipo sono molto alte da terra.
Le Elite sono al limite della “legalità”, nel senso che per partecipare a gare internazionali non si possono usare scarpe oltre i 40mm.
Questa altezza comporta alcune difficoltà in termini di stabilità, come per tante altre super-shoes. In questo caso con le Elite non è niente di drammatico, si comportano meglio di altre, ma in curva ho avuto comuque qualche timore di prendere una storta. Meglio stare attenti sulle curve secche.
Altra cosa tipica di questo tipo di scarpe: sono decisamente rigide. Basta prenderle in mano per sentire che sono un mattone (non di peso, intendiamoci).
Una scarpa troppo rigida non permette un movimento naturale del piede, ma in questo caso non stiamo parlando di una scarpa classica. Si tratta di un modello specifico per le gare.
Nonostante questo, l’ammortizzazione, oltre ad essere davvero molta, è anche abbastanza morbida per la categoria. Non mi è sembrata troppo secca.
Il drop è di 8 mm. Una misura standard.

Tomaia
Per chi è abituato a scarpe “classiche”, la tomaia della Elite farà un po’ impressione. Leggerissima, quasi trasparente.
Non servono test: si capisce subito che è una scarpa decisamente traspirante, non si avranno problemi di piedi troppo caldi o sudati. Nemmeno con 40 gradi.
Perfino la linguetta è fatta di un materiale sottilissimo e presenta ampi fori per la ventilazione. Il che va benissimo, ma a me ha dato la sensazione di non essere molto resistente, ed ho evitato di tirarla troppo. Nonostante sia così sottile, i lacci non mi hanno dato fastidio sul collo del piede.
A differenza di molte altre scarpe da gara le Elite offrono una certa quantità di spazio in punta. Ma il punto debole è, secondo me, la scarsa struttura che si percepisce al piede.
Io ad esempio necessito che la scarpa mi sostenga il piede, qui invece ho sentito una sensazione di assenza della scarpa… Il che è un’aspetto positivo per molti runner, ma preferisco un po’ più di materiale.
Non significa che la sentissi poco sicura, ma sembra che la tomaia sia quasi inesistente (e in un certo senso quasi lo è…)
Correndo non ho avvertito fastidi o sfregamenti fastidiosi. É una scarpa con la quale si possono fare davvero chilometri e chilometri.
Infine ho notato che i lacci sono davvero lunghi. Non ne faccio un dramma, mi è già successo con altre scarpe. Di positivo c’è che con questa lunghezza si possono provare diversi tipi di nodi, anche quello che prevede di passare i lacci dietro la caviglia.
Ma personalmente li trovo solo d’impiccio.

Peso
La scarpa pesa 204 grammi, davvero pochissimo.
Non mi aspettavo nulla di diverso da un modello d’élite, ma dobbiamo anche considerare che qui c’è una piastra e uno stacco al tallone di ben 40mm. Quasi un miracolo mantenere un peso così basso con tutta questa roba…
D’altronde Saucony lo ha fatto anche con le Endorphin Pro 3, stesso peso. Però rimane comunque encomiabile.
Per fare un confronto, le Nike Air Zoom Alphafly Next% 2, una delle più veloci scarpe di sempre, non riescono ad ottenere un risultato così buono in termini di peso.
Saucony Endorphin Elite – UOMO
Saucony Endorphin Elite – DONNA
Pro e contro delle Saucony Endorphin Elite
Pro
- veloci e reattive
- traspirabilità eccellente
- davvero leggere
- piastra in carbonio
- confortevoli
- ottima protezione sotto al piede
Contro
- prezzo estremamente elevato
- per alcuni è necessario abituarsi al tipo di scarpa
- solo per ritmi elevati
- non molto stabile nelle curve
- lacci inutilmente lunghi

Domande frequenti
A chi sono rivolte le Saucony Endorphin Elite?
Sono rivolte a coloro che vogliono puntare a record personali su distanze come la mezza maratona o la maratona. Ottime per atleti evoluti, un po’ meno per chi non è abituato alle scarpe con piastra in carbonio.
Ideali per chi atterra di mesopiede o punta. Non il massimo per chi attacca di tallone, nonostante siano molto ben protette.
Quanto costano le Saucony Endorphin Elite?
Al momento si trovano a circa €299. Un costo esorbitante per una scarpa da running, ma offrono anche molto e sono comunque in linea con altre scarpe di questo livello.
Dove comprare le Saucony Endorphin Elite?
Le Saucony Endorphin Elite le puoi trovare su Top4running cliccando qui sotto sul pulsante “Vedi Offerta“.
Saucony Endorphin Elite – UOMO
Saucony Endorphin Elite – DONNA
Comparativa con scarpe da corsa simili
Saucony Endorphin Elite VS Saucony Endorphin Pro 3
Sono scarpe molto simili. Le Endorphin Pro 3 possono andar bene anche per chi atterra di tallone, mente le Elite sono solo per chi ha un attacco di mesopiede o la punta. Considerate però che le Pro 3 sono un po’ più strette in punta, mentre le Elite offrono più spazio.
Se l’obiettivo è risparmiare qualcosa, puntate alle Pro 3. Anche queste hanno la piastra in carbonio e sono veloci, ammortizzate, leggere quanto le Elite. In una parola: eccellenti.
Conclusione
Credo di poter dire che le Endorphin Elite sono scarpe straordinarie, ma non per tutti. Se siete veloci, partecipate a mezze maratone o maratone, puntate al massimo e volete un modello superiore, allore ve le consiglio. Forse vi ci vorranno un po’ di uscite per abituarvi, ma una volta fatto le apprezzerete di sicuro.
Per me che ho tempi nella media e non sono particolarmente svelto, le Elite non sono ideali. Se siete come me, e volete comunque una scarpa veloce, orientatevi piuttosto sulle Saucony Speed 3 (clicca qui).
In breve
Summary
Le Saucony Endorphin Elite sono scarpe straordinarie, ma non per tutti. Se siete veloci, partecipate a mezze maratone o maratone, puntate al massimo e volete un modello superiore, allore ve le consiglio. Forse vi ci vorranno un po’ di uscite per abituarvi, ma una volta fatto le apprezzerete di sicuro.